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Sex Education

È tra le mie serie preferite.

Serie tv britannica, è stata creata da Laurie Nunn per Netflix a partire dal 2019. Attualmente conta tre stagioni (2019, 2020, 2021) ed è un prodotto brillante, avvincente, divertente, provocatorio.

Sex education è una serie che, personalmente, colloco tra le mie prime dieci preferite.

La storia è solo in apparenza leggera o disimpegnata; in realtà, nasconde molte pretese, dato che affronta una serie di argomenti difficili, come la sessualità nell’adolescenza, ma non solo. I temi sfiorati sono tanti: la diversità, l’accettazione di sé e l’accettazione sociale, il bullismo, il rapporto scuola-famiglia, le figure paterne e le figure materne, il conflitto generazionale.

Con il tono leggero di una commedia YA, Sex education è, in realtà, un prodotto di altissima qualità, perché tocca corde profonde e nascoste, e lo fa con la delicatezza intelligente del prodotto d’intrattenimento, che prima fa ridere ma poi fa riflettere.

Al di là della trama e delle svolte narrative, la cosa migliore di Sex education restano, a parer mio, i personaggi.

I miei preferiti, in ordine casuale.

  • Adam Groff, interpretato da Connor Swindells. Un personaggio strepitoso, eccezionale, magnifico. In eterno conflitto con sé, con gli altri, con la società. Una distonia vivente. Uno dei migliori personaggi-serie-tv degli ultimi anni, magistralmente interpretato da Swindells (sempre posato, mai in overacting). Adam è un ragazzo in conflitto con il padre, con i compagni, ma anche con la propria sessualità. Nasce come bullo, ma alla fine si rivela essere un personaggio dolcissimo, un cucciolo smarrito che cerca solo affetto; un elemento stonato che si aggrappa alla collettività nella costante ricerca di un proprio ruolo, di una propria identità.
  • Maeve Wiley, interpretata da Emma Mackey. Anche in questo caso, abbiamo una corazza che nasconde un universo. Maeve è una ragazza scontrosa, riservata, atipica. Risponde sempre a tono, ha un’armatura coriacea che la protegge dal mondo; ma dietro tutta questa forza, si nascondono una personalità gentile, poetica, e un’intelligenza brillante, colta. I suoi problemi sono fondamentalmente legati al difficile contesto familiare. Non si fida di nessuno, Maeve, e forse fa bene.
  • Ruby Matthews, interpretata da Mimi Keene. Questo è un personaggio che emerge con estrema lentezza. In apparenza, Ruby è solo la ragazza più bella e popolare della scuola; la classica “reginetta” superficiale, materialista, legata maniacalmente all’estetica, all’abbigliamento, all’apparire. La sua storia con Otis, però, ne fa emergere le sfaccettature sottostanti; Ruby è una ragazza dolce, che sa amare e desidera essere amata. Anche il suo contesto familiare non è dei più felici; non a caso, non invita mai nessuno a casa.
  • Lily Iglehart,interpretata da Tanya Reynolds. È un personaggio apparentemente simpatico e fuori dagli schemi, una ragazza che nutre una passione sfrenata per la scrittura di fumetti porno con alieni. Anche lei ha un rapporto difficile con la sessualità, dato che nel tempo si scoprirà bisessuale. Lily è la “diversa” per eccellenza; ciò che ama scrivere l’ha messa sempre nei guai, dato che nessuno sembra apprezzare fumetti a luci rosse con alieni improbabili. Tuttavia, è la sua passione, il modo che ha di esprimersi, il suo sfogo personale. E anche se nessuno sembra apprezzare queste storie, Lily si ostina a scriverle: rappresentano il suo grido di libertà, l’identità che vuole emergere nel contesto conformista dell’anticonformismo standardizzato. Alla fine della terza stagione, però, una compagna di scuola le chiede di autografare un suo racconto pubblicato su una rivista. Quindi forse qualcuno che apprezza le sue storie c’è.

In definitiva, promuovo le tre stagioni di Sex education a pieni voti.

La serie, lungi dall’essere banale o didascalica, è una disamina intelligente e acuta di temi ritenuti da sempre difficili, complessi, addirittura ostici (anche perché, quando si affrontano storie del genere, il rischio cliché è sempre dietro l’angolo). La scelta degli sceneggiatori, però, si è rivelata vincente, dal momento che la serie plana sugli argomenti con la leggerezza frizzante della commedia YA; ma poi, inaspettatamente, s’immerge a piene mani dentro le vite dei personaggi, scavando nelle profondità dei loro traumi, dei loro conflitti.

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