Come farti pubblicare da una CE
La checklist che ribalta gli esiti degli invii
Gli autori esordienti che desiderano pubblicare, spesso, si bruciano sempre allo stesso modo: testo non rifinito, sinossi vaga, allegati sbagliati, invii di massa. Le redazioni lo vedono subito.
Ci sono errori da dilettanti che vengono sgamati dopo qualche secondo: nella casella del destinatario sono visibili centinaia di indirizzi (invio a pioggia: errore gravissimo) e l’email contiene una scrittura generica e dal destinatario non definito (altro errore grave: email non personalizzata).
Gli autori sperano che la legge dei grandi numeri dia loro ragione, in qualche modo: «Se invio il manoscritto a cento editori, avrò maggiori possibilità di essere scelto, giusto?»
Sbagliato.
In editoria la legge dei grandi numeri
non ha mai funzionato.
Presentarsi a una casa editrice non è spedire un file e incrociare le dita: è un percorso con passaggi chiari – cura del testo, scelta mirata degli interlocutori, materiali corretti – da cui dipende il destino del manoscritto.
Nella casella di posta di una redazione (casa editrice o agenzia) arrivano centinaia di romanzi al mese: refusi già nell’oggetto, sinossi mancante, spedizioni a cascata. Chi fa sul serio lavora al contrario: ripulisce, seleziona 5-6 editori adatti, prepara ciò che ognuno chiede e solo allora invia.
Presentarsi non è un gesto da affidare alla fortuna: è una procedura che decide se il tuo testo verrà letto oppure no.
Cinque passaggi da seguire con cura: ecco il segreto.
Fase 1 → La cura preliminare del testo
Fase 2 → La sinossi editoriale
Fase 3 → La scelta degli editori
Fase 4 → Le regole di invio
Fase 5 → L’attesa

Fase 1
La cura preliminare del testo
Prima ancora di pensare a quale editore contattare, è indispensabile assicurarsi che il testo sia pronto. Questo significa sottoporlo a un accurato lavoro di revisione. La prima fase è l’editing; se sia doveroso o meno contattare un editor freelance o di fiducia prima della candidatura spontanea è un discorso ampio e pieno di sfumature (non esiste una risposta valida per tutti) ma, per il momento, ci limiteremo a dire che in generale il testo deve essere pronto, revisionato, corretto.
Un testo grezzo difficilmente verrà considerato: la redazione riconosce subito un lavoro immaturo.
Questo vale anche per la fase successiva all’editing, ossia la correzione di bozza (CdB), per eliminare refusi, errori ortografici e sviste.
Anche un buon romanzo rischia di perdere
credibilità se pieno di errori formali.
Fase 2
La sinossi editoriale
Come si scrive una buona sinossi editoriale?
La sinossi non è un riassunto frettoloso, ma un testo che racconta la trama dall’inizio alla fine, con chiarezza e sintesi, mettendo in evidenza arco narrativo, conflitto e finale.
La sinossi è una bussola editoriale, non una quarta di copertina: serve a far capire cosa racconti, come lo racconti e dove andrai a parare. Chi la legge deve poter valutare struttura, coerenza e forza drammaturgica senza aprire il manoscritto.

Per questo motivo, la sinossi deve rispettare tre criteri.
1) Completa ma non pedante → Cosa significa? Copri l’intero arco della storia, ma evita il resoconto scena per scena. All’editor interessa la traiettoria: chi è il/la protagonista, qual è l’obiettivo, quali ostacoli lo/ la trasformano e come cambia la posta in gioco. Inizio, svolgimento, fine, tema.
L’elenco minuzioso di micro-eventi annacqua il conflitto e nasconde i punti di forza.
La sinossi deve essere una sintesi argomentata
della storia che ne metta in evidenza il tema,
i conflitti, i personaggi,
la struttura di base.
Errori tipici da evitare:
- Riassunti a tappe (“poi, poi, poi”)
 - Sottotrame marginali che prendono il sopravvento
 - Personaggi nominati a decine in poche righe
 - Timeline ingarbugliate o poco chiare
 
2) Con il finale (sì, va detto) → La sinossi deve includere il finale: chi vince/perde, quali scelte compie il protagonista, cosa cambia nel mondo del racconto. Se c’è un twist, sintetizzalo spiegandone la funzione narrativa (sarebbe un grave errore omettere, per esempio, il colpo di scena finale).
Ricorda che l’editor non teme gli spoiler: deve valutare promessa e mantenimento; deve sapere dove arrivi per misurare coerenza, tenuta causale, plausibilità della storia in generale, nonché originalità del tema trattato.
Errori tipici da evitare:
- Finali omessi
 - Frasi vaghe (“tutto cambierà”)
 - Cliffhanger finti (il cliffhanger si usa nel testo, non nella sinossi)
 - Giudizi autocelebrativi: “finale potentissimo”
 
3) Avvincente e ben scritta, ma non celebrativa → Stile chiaro, verbi attivi, lessico preciso. La sinossi deve “scorrere” come un racconto informativo ma accattivante: non deve essere una sterile telecronaca né un “elenco della spesa di accadimenti”.
Mi raccomando, niente celebrazioni non richieste (“capolavoro”, “straordinario”), niente intenzioni d’autore al posto dei fatti narrativi.
Con questa impostazione offrirai al tuo interlocutore ciò che serve davvero: una visione chiara dell’architettura narrativa e della sua tenuta; senza rumore, senza slogan.
Fase 3
La scelta degli editori
Un errore frequente è inviare il manoscritto a decine di case editrici contemporaneamente, senza criterio. Questa strategia raramente porta frutti. È meglio selezionare cinque o sei editori al massimo, scelti con attenzione.
La selezione deve basarsi su alcuni criteri essenziali:
- Conformità → L’editore pubblica testi simili per genere e target al proprio? Un noir non va inviato a una casa editrice specializzata in poesia.
 - Coerenza con il catalogo → Leggere i libri già pubblicati aiuta a capire se il proprio progetto può inserirsi armonicamente.
 - Adeguatezza → Esistono editori più orientati alla narrativa commerciale, altri alla letteratura di ricerca. Individuare i giusti interlocutori è fondamentale per evitare rifiuti automatici.
 

Fase 4
Le regole di invio
Ogni casa editrice stabilisce modalità precise di ricezione dei manoscritti. Alcune chiedono manoscritto completo ed estratto (per esempio le prime trenta pagine), altre solo il manoscritto integrale, altre ancora preferiscono sinossi ed estratto.
Queste norme sono elencate, quasi sempre, sui siti stessi delle CE (basta una rapida ricerca on-line). E se non fosse così?
Nessun problema; è sufficiente alzare la cornetta del telefono e chiamare in redazione, per chiedere a chi spedire un manoscritto inedito e secondi quali linee guida.
Il rispetto di queste regole è cruciale: un invio che non segue le istruzioni rischia di essere cestinato senza neppure essere aperto.
Ogni invio deve essere
personalizzato e specifico.
È inutile spedire cento email generiche e tutti uguali. Sarebbe furbo, piuttosto, fare il contrario: selezionare pochi editori ben scelti e personalizzare ogni invio, rispettando le richieste specifiche di ogni destinatario.
Fase 5
L’attesa
Dopo l’invio, resta la fase più difficile: aspettare. Le case editrici hanno tempi di lettura lunghi, che possono variare da tre a sei mesi, a volte di più (alcune risposte arrivano anche dopo un anno). In questo periodo non serve sollecitare continuamente una risposta: rischieremmo di sembrare impazienti o poco professionali.
L’atteggiamento migliore è quello di usare l’attesa in modo costruttivo: lavorare a un nuovo progetto, curare la propria formazione, partecipare a concorsi o laboratori. Anche se la risposta dovesse essere negativa, nulla va sprecato: ogni invio è un’occasione di esperienza e di affinamento del proprio percorso.
© Diego Di Dio, 2025
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