Basic Instict Recensione film Saper Scrivere

Basic Instinct

“Basic Instinct”, film cult del 1992.

Sgombriamo subito il campo da facili moralismi: sì, il film è famoso (anche e soprattutto) per la scena in cui Sharon Stone accavalla le gambe, mostrando di non portare biancheria intima.

Che sia un bene o un male non lo so, ma tant’è.

Tolto questo famoso/famigerato accavallamento di cosce, il film com’è?

È un buon film o no?

  • Cominciamo col dire che Paul Verhoeven è uno dei miei registi preferiti; basterebbero solo “Robocop” e “Atto di forza” per averne una buona considerazione. E diciamo pure che mi piacciono sia Michael Douglas sia la Stone, in questo film davvero splendida.
  • L’intenzione di Verhoeven era quella di confezionare un thriller ad alto contenuto erotico, e secondo me l’errore sta nel bilanciamento degli elementi: troppa attenzione all’eros, poca al thriller.
  • Tolta la carica sensuale del film (e della Stone), cosa resta?

Resta un giallo telefonatissimo, con alcuni colpi di scena bruciati in maniera grossolana.

La scena iniziale, il Prologo, dice tutto e dice troppo. A metà film si capisce chi potrebbe essere l’assassino; il disvelamento finale arriva con ritardo e in maniera prevedibile, come se il regista ci avesse rivelato, con troppa ingenuità, l’identità del killer.

  • Il colpo di coda finale (l’inquadratura del rompighiaccio sotto il letto), che vorrebbe ribaltare il tutto, non salva, per me, una trama ingenua e a tratti surreale: troppi indizi, seminati in maniera grossolana, inducono lo spettatore a capire, troppo presto, dove voglia andare a parare la storia.

CINQUE CURIOSITÀ

  1. Il film risulta uno dei maggiori successi commerciali del 1992, avendo incassato nel mondo oltre 350 milioni di dollari.
  2. Il film suscitò molte critiche. Oltre a quelle per le scene spinte e l’erotismo eccessivo, ci furono parecchie polemiche anche per l’abuso di sigarette fumate.
  3. La Stone, nel 2014, ha rivelato che la famosa scena dell’accavallamento le fu estorta con l’inganno; prima del film, lei pensava che non si vedesse nulla.
  4. Altre critiche vennero mosse dagli attivisti per i diritti dei gay, che in più di un’occasione tentarono di boicottare la pellicola.
  5. Per questo film la Stone fu candidata al Golden Globe come miglior attrice in un film drammatico e, al contempo, al Razzie Award come peggior esordiente.

Concordo con voi: non ha senso.

© Diego Di Dio, 2022

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