Dracula LA FRAGILITÀ DEL VAMPIRO IN 3 ATTI recensione

La fragilità del vampiro in 3 atti

Ammettiamolo: su Dracula è stato prodotto di tutto, forse anche troppo.

A partire dal romanzo di Bram Stoker (1897) – che a sua volta paga dazio nei confronti dell’antesignano “Il vampiro”, racconto breve di John Polidori (1819) –, non c’è stata forma di intrattenimento culturale che non abbia ripescato o reinterpretato questa figura leggendaria: romanzi, spin-off, film, libri, fumetti, serie tv, videogiochi, spettacoli teatrali, musical. Per non parlare, poi, delle influenze che lo stesso Dracula ha avuto su figure vampiresche che hanno popolato la narrativa fantastica di ogni luogo e di ogni tempo.

La produzione narrativa su questo personaggio sembra non aver mai conosciuto pause, a tal punto che si potrebbe parlare di una sorta di inflazione-Dracula: è davvero difficile trovare, oggi, un prodotto ispirato al vampiro che ci dica qualcosa di nuovo rispetto a quanto già detto in passato (anche perché, a dirla francamente, ormai è stato raccontato tutto e il contrario di tutto).

A margine, ho già ampiamente parlato della trasposizione filmica di Francis Ford Coppola (la recensione qui → https://saperscrivere.com/dracula-il-film-recensione/), uno dei migliori adattamenti mai realizzati sul conte succhiasangue.

Il 1 gennaio 2020 va in onda “Dracula”, una miniserie creata da Mark Gatiss e Steven Moffat (gli sceneggiatori di Sherlock e Jekyll). Mi sono avvicinato a questo prodotto con un misto di curiosità e scetticismo; più che una miniserie, “Dracula” è la sommatoria di tre film diversi.

  1. Le regole della bestia

Il primo episodio, il migliore in assoluto. Jonathan Harker ripercorre, in un lungo e sofferto flashback, la sua permanenza al castello Dracula. La reinterpretazione del canone stokeriano è interessante, bella, densa. Il personaggio di Suor Agatha è strepitoso; un misto di provocazione, scetticismo, perdita di fede e fame di conoscenza. Claes Bang interpreta un conte Dracula che ringiovanisce a mano a mano che si nutre del povero Harker, restituendoci un mostro sadico che si muove nell’ombra di un mondo oscuro, gotico, suggestivo.

  1. Veliero di sangue

Questa seconda parte ci racconta la famosa traversata di Dracula verso l’Inghilterra. Il conte affronta il viaggio spacciandosi per un passeggero, ma in realtà si nutre a poco a poco di tutto l’equipaggio. Non mancano colpi di scena e plot-twist capaci di catturare l’attenzione dello spettatore. Pur non essendo all’altezza dell’episodio pilota, questo secondo capitolo risulta interessante e, tutto sommato, riuscito.

  1. La bussola oscura

Dacula ha riposato sul fondo del mare per oltre cento anni e, quando si risveglia, si ritrova ai giorni nostri. Questo è l’episodio più debole. Le atmosfere gotiche e affascinanti del primo film cedono il posto a un tema totalmente diverso, sia nei meriti sia nei metodi: il conte Dracula che si confronta con la civiltà moderna.

Alcune svolte narrative – soprattutto quelle che cercano di demolire gli elementi della leggenda: la paura di Dracula per la luce solare, per la croce ecc. – sono raffazonate e poco riuscite. Se ne apprezza l’originalità, sì, ma la spiegazione conclusiva non soddisfa.

Il finale, romantico e ben pensato, è una delle poche cose che si salvano.

La debolezza di questo mini-film conclusivo è a monte, non a valle: la storia rappresenta una sterzata troppo netta rispetto alle premesse gettate con i primi due episodi. Si tratta di una specie di corpo estraneo, che sembra non avere una reale continuità con quanto raccontato in precedenza. Molti infodump risultano forzati e, nonostante il sentimento che parvade un epilogo dolce e triste al contempo, questa chiusa lascia molto a desiderare; non tanto e non solo nella resa effettiva, quanto nell’idea congegnata a monte: un vecchio Dracula che si confronta con la società contemporanea è un tema che, troppo facilmente, presta il fianco a toni farseschi, che nulla c’entrano con il terrore gotico dell’inizio.

In definitiva, questo “Dracula” in tre atti risulta un parziale spreco; le ottime premesse narrative delle Regole della Bestia non producono un raccolto adeguato nella Bussola Oscura; più che una vera miniserie, Dracula è una storia in tre film, due dei quali perfettamente in linea tra di loro (nonostante qualche forzatura); un terzo – l’epilogo, quindi il più importante – decisamente no.

Diego Di Dio, © 2023

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